Grazie all'ausilio di Sister,
portale dell'Agenzia delle Entrate, utilizzato moltissimo per elaborare visure
catastali degli immobili dei contribuenti, e attraverso l'identità fiscale dei
proprietari rilevata su fisconline, sarà possibile determinare, grazie al nuovo
sistema informatico realizzato nell'ambito della tanto annunciata riforma
catastale, la superficie delle unità immobiliari dei contribuenti, al lordo
delle aree accessorie e i metri quadri, utili nel calcolo del pagamento della
TARI, la tassa sui rifiuti. Per quanto riguarda invece TASI e IMU rimarrà in
essere il precedente calcolo basato sul numero di vani che determina la rendita
catastale, questo anche per formulare una verifica utile al riscontro e
all'esattezza dei dati riportati nell'imponibile di tasse come l'imposta di
registro o il reddito fondiario, posto ovviamente che la planimetria catastale
sia fedele allo stato di fatto dell'immobile interessato. Il nuovo sistema
online, disponibile a partire dai primi di Novembre interesserà tutte le unità
immobiliari urbane contrassegnate dalla lettera A (Residenziale e uffici) B (scuole,
Ospedali) e C (box, cantine, magazzini, laboratori, ecc.).
martedì 10 novembre 2015
lunedì 21 settembre 2015
A FINE ANNO GIU' LE TASSE SULLA CASA? PROPOSTA FATTIBILE O SOLITA "ANNUNCITE"?
Ha fatto piuttosto discutere la recente dichiarazione del premier Matteo Renzi relativa al taglio delle tasse sulla casa, il cosidetto “funerale delle tasse più odiate dagli italiani” è stato fissato per fine anno e precisamente il 16 Dicembre. Pur essendo abituati ai prorompenti annunci che il Presidente del Consiglio rilascia periodicamente, stavolta la notizia ha lasciato il segno muovendo da destra e sinistra una serie di dubbi, perplessità e immancabili critiche dal mondo politico ed economico nazionale e internazionale. Nello specifico, il sopracitato funerale riguarderebbe il taglio di IMU e TASI sulle prime case, due tasse dalla gestione travagliata, nate sulla falsariga di un balletto politico che ha attraversato lo stivale in questi ultimi anni, tracciando un segno negativo sull’andamento del mercato immobiliare che, dopo periodi bui e tempestosi sembra in questo 2015 aver trovato finalmente la sua serenità.
La sensazione, a pelle, è proprio in virtù della sua fama così negativa, il balzello immobiliare sia diventato, dai tempi dell’annuncio dell’eliminazione dell’ICI da parte del governo Berlusconi, il punto di forza della politica nostrana, la svolta decisiva per ottenere voti e consensi elettorali, da qualsiasi parte si propenda. Di certo c’è solo che la casa, come bene ad alto rendimento, richiede una serie di servizi indispensabili che le amministrazioni locali erogano a fronte di una tassazione certa che proviene dal gettito immobiliare. Le tasse sulla casa, sono quindi una fonte irrinunciabile e necessaria affinchè i Comuni possano mantenere la qualità minima dei servizi. Questo cosa vuol dire? Sostanzialmente che se da una parte si mira a tagliare le tasse sulla casa, si fa solo un’operazione di facciata spesso fine a sè stessa, che dura per il solo periodo di campagna elettorale, ma destinato inevitabilmente ad essere ripristinato in breve tempo con interessi sempre maggiori. Si è tagliato l’ICI, che tutto sommato, non era una tassa così influente nelle tasche degli italiani, dopo qualche anno si è comunque attivata l’IMU che invece ha richiesto sacrifici più importanti.
Dopo il taglio di quest’ultima (che rimane comunque vigente per le seconde case e gli immobili non adibiti a prima abitazione) si è attivata la TASI, che sommata alla stessa IMU rimasta in vigore, rappresenta un ben nutrito patrimonio tassativo per gli italiani. A fronte poi delle perplessità scaturite dalla Corte dei Conti, Bankitalia e UE in merito alla dichiarazione di Renzi, ci permettiamo di essere cautamente pessimisti riguardo alla tassazione immobiliare del prossimo futuro. Ovviamente speriamo tutti di pagare meno tasse anche per poter dare quel colpo di coda al mercato immobiliare che lo rilanci definitivamente. Certo in Italia il taglio delle imposte sembra più un gioco a chi la spara più grossa che ad un effettiva realtà prospettabile.
mercoledì 22 luglio 2015
LA PLANIMETRIA CATASTALE
La planimetria catastale è un disegno tecnico
dell’immobile contenente tutti i dati numerici, i contorni e la
suddivisione interna di un immobile urbano, così come disponibile presso
gli uffici catastali informatizzati.
Nella planimetria catastale sono indicati:
– le altezze interne
– gli eventuali confinanti
– la destinazione dei locali quali bagno
– e altri ambienti accessori(ripostiglio, cucina etc..)
Le planimetrie catastali sono richieste soprattutto
prima della stipula di atti notarili, durante la fase dell’ acquisto di
un immobile da parte degli acquirenti oppure dei venditori. Inoltre
secondo quanto introdotto dalle modifiche introdotte all’art. 19, comma
14, del decreto legge n. 78 del 2010 dalla legge di conversione n. 122
del 2010 è stato introdotto l’obbligo di presentare la planimetria catastale aggiornata allo stato di fatto
dell’immobile oggetto della vendita. La planimetria catastale non ha
scadenza, se non il momento in cui ne viene presentata presso l’ Agenzia
del Territorio (denominazione moderna del cosiddetto catasto) una
aggiornata che va a sostituire la precedente. Spesso le agenzie
immobiliari chiedono al venditore la copia della planimetria
dell’immobile, con questo metodo si può capire se l’immobile ha subito
modifiche o meno rispetto all’originale. Infatti può accadere che nel
corso degli anni siano state apportate modifiche come, ad esempio, la
costruzione di una veranda sul balcone. Inoltre le gli istituti bancari
richiedono le planimetrie catastali da presentare e depositare al fine
di ottenere mutui bancari o prestiti che comportano ipoteche sugli
immobili.
(Tratto dall'area Servizi Tecnici del sito http://www.parametrocasa.it/servizitecnici/planimetria-catastale.html)
Testi a cura dell'arch. Raffaella Cegna
giovedì 16 luglio 2015
L' AGENTE IMMOBILIARE DEL FUTURO

L'ideale
come tutte le cose della nostra professione, è la capacità di mediare
tra vecchi strumenti e quelli nuovi, trasmettere alle nuove generazioni i
segreti di un mestiere vecchio di millenni e costruire con loro tutte
le strategie che ci permettono di restare al passo con i tempi. Non si
chiude mai una porta per aprirne un'altra, meglio lasciare aperte
entrambe che gira più aria!
mercoledì 15 luglio 2015
COS'E' IL RENT TO BUY

VANTAGGI
Molteplici sono le prospettive
offerte dal Rent To Buy, innanzitutto la possibilità di dilazionare i pagamenti
senza dover necessariamente accendere un mutuo nella fase iniziale, rimandando
esborsi importanti oltre alle conseguenti imposte relative all'acquisto.
Inoltre l'acquirente può mettere in vendita il suo vecchio immobile dopo aver
stipulato il contratto evitando così patemi d'animo legati a tempistiche di
vendita troppo lunghe e senza subordinare la stessa all'acquisto. L'acquirente
può inoltre testare sin da subito il proprio acquisto e qualora subentrino condizioni
che gli impediscano di concludere l'affare al rogito, può a sua volta cedere il
contratto ad un terzo soggetto senza costi notarili. Per il proprietario questa
formula permette di vendere più velocemente e vedersi costruire sopra
l'immobile una piccola "rendita" temporale pur rimanendo comunque
proprietario del bene. In particolar modo questa formula risulta
particolarmente conveniente per i costruttori ai quali permette di sopperire al
problema (sempre più frequente) degli alloggi invenduti che andrebbero nel
tempo a snaturarsi e perdere di valore.
NORME
Il Rent to Buy si può applicare
tranquillamente a qualsiasi tipologia immobiliare, dall'appartamento fino al
terreno edificabile siano essi ultimati o da edificare. Questa forma
contrattuale viene regolamentata dal art.
23 del d.l. n. 133/2014 (decreto “Sblocca Italia”), rubricato “Disciplina
dei contratti di godimento in funzione della successiva alienazione di immobili”,
che si riferisce ai: “ contratti diversi dalla locazione finanziaria che prevedono l’immediata
concessione del godimento di un immobile, con diritto per il conduttore di
acquistarlo entro un termine determinato, imputando a corrispettivo del trasferimento
la parte di canone imputata nel contratto”.
giovedì 2 luglio 2015
2015 IL MERCATO RIPARTE........E GLI ITALIANI RISCOPRONO LA CASA!
GRANDI ASPETTATIVE
Il sostanziale abbassamento dei prezzi delle case, unito a
un deciso ridimensionamento dei tassi di interesse sui mutui bancari porterà a
fine 2015 interessanti risvolti positivi riguardanti il mercato immobiliare.
Partendo dal presupposto che per l'italiano medio il mattone ha ancora un forte
appeal sia per quanto riguarda la necessità abitativa sia per quanto riguarda
una fonte importante di investimento, possiamo ragionevolmente supporre che il
2015 sarà finalmente considerato l'anno della ripresa, anche in relazione della
chiusura positiva registrata a fine 2014 con un +1,6%.
I PREZZI SI ABBASSANO ANCORA
Non si placherà nemmeno la discesa dei prezzi che, a livello
nazionale, hanno subito un'inflessione del 2,9% senza però raggiungere il punto
negativo massimo che segnerà invece una generale stabilità dei valori indicati.
Per gli acquirenti che dispongono di capitale è sicuramente un buon momento per
comprare, potendo attingere anche da prodotti bancari di sicura appetibilità
oltre che da nuove formule di acquisto come, ad esempio il RENT to BUY.
Ovviamente la spinta decisiva potrà venire esclusivamente dal governo, dal
momento che il principale ostacolo alla ripresa è senza dubbio l'elevata
tassazione ancora in vigore sul mattone.
I PRIMI DATI 2015 SONO POSITIVI

lunedì 15 giugno 2015
CRESCE LA VOGLIA DI MUTUO
DATI CONFORTANTI Quelli che fuoriescono dal Barometro CRIF della domanda di mutui da parte delle famiglie italiane nel mese di Febbraio 2015 sono dati incoraggianti sopratutto se rapportati allo stesso periodo del 2014. La richiesta di mutui è salita in maniera considerevole raggiungendo una percentuale pari al 38,7% in più rispetto allo scorso anno.
AUMENTO COMPRAVENDITE Dati che se aggiunti all’aumento di compravendite previsto entro la fine del 2015 possono senz’altro farci sperare in un parziale ridimensionamento della crisi che ha attraversato il mercato immobiliare in questi ultimi anni. La curva analizzata a partire dal 2009 vede una netta risalita del desiderio di finanziamenti dopo il disastroso picco negativo raggiunto nel periodo 2011-2012 con un importo medio richiesto di 124.175 che s’inserisce nella fascia dei 100-150.000 euro di importo richiesto, oggi in risalita al +1,9%.
AUMENTO COMPRAVENDITE Dati che se aggiunti all’aumento di compravendite previsto entro la fine del 2015 possono senz’altro farci sperare in un parziale ridimensionamento della crisi che ha attraversato il mercato immobiliare in questi ultimi anni. La curva analizzata a partire dal 2009 vede una netta risalita del desiderio di finanziamenti dopo il disastroso picco negativo raggiunto nel periodo 2011-2012 con un importo medio richiesto di 124.175 che s’inserisce nella fascia dei 100-150.000 euro di importo richiesto, oggi in risalita al +1,9%.
Cresce anche l’età media dei richiedenti che si posiziona nella fascia dei 35-44 anni, segno anche che è cambiata l’età media di chi, oggi, si avvicina per la prima volta all’acquisto della prima casa. Sintomo inequivocabile di quanto sia difficile oggi ottenere un lavoro stabile, un buon rendimento economico e il desiderio conseguente di mettere su famiglia a 20/30 anni. Cambia l’età in cui si esce di casa per trovare l’agognata indipendenza e si mette su famiglia più tardi rispetto che al passato, tutto questo incide inevitabilmente sulla durata dei mutui richiesti, la quale, complice anche una certa insicurezza economica percepita, aumenta di posizione nella fascia dei 10-15 anni di durata del finanziamento.
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